Arte Contemporanea “Gli oggetti prendono vita”


Biografia :
Nato a Napoli il 16 Aprile del 1977
Diploma di maturità artistica presso il Liceo Artistico di Aversa Titoli di studio Diploma in Pittura presso l’ Accademia di Belle arti di Napoli


L’arte contemporanea è ricca, ma davvero ricca di sfaccettature. L’imput iniziale (precursore Cezanne che ha iniziato a scomporre le figure in cilindri, coni e sfere) è stato il distacco lento e graduale dalla forma. Dopo secoli e secoli di riproduzione del reale si è sentita la necessità di illustrare altro, avvolte la propria anima (che non ha forma) avvolte schemi geometrici con intenti didattici ben precisi (basti pensare a Kandiskij con il libro “Lo spirituale dell’arte” che era insegnante presso la Bauhaus). Poi con il tempo l’arte visiva, pittorica ha lasciato sempre più spazio ad altri sfoghi artistici e ti dico che ad esempio gli artisti che sto studiando ora utilizzano quasi unicamente il linguaggio del corpo, perchè fare arte non è produrre necessariamente qualcosa di concreto, ma può essere un gesto, un pensiero. Fare arte per nessuna finalità, senza alcun scopo. Molte opere sembrano senza senso perchè un senso non vogliono averlo, sono provocazioni. E poi…è davvero un discorso lunghissimo e cambia da artista e artista.Un artista che ha suscitato il mio interesse per il suo modo di dar vita alle sue opere :Angelo Maisto

Approcciarsi alle opere di Angelo Maisto potrebbe sembrare all’inizio un’esperienza ludica.
L’artista incontra l’opera di Hieronymus Bosch da adolescente e resta affascinato e incantato dal suo mondo fantastico. Nascono così personaggi surreali, “ludosculture” antropomorfe e zoomorfe, costruite interamente con oggetti ritrovati, di qualunque tipo e formato, che assumono nuova funzione e identità. Tema centrale nella sua ricerca artistica è la ricontestualizzazione poetica dell’oggetto, in una società fatta solo di consumismo, inutilità e futilità, in cui esso diviene simulacro e esibito come status symbol. Ma non è l’oggetto appena uscito dalla fabbrica, rappresentante dell’abbondanza e della perfezione di questo da cui prendono vita replicanti indistinguibili da un tempo, prodotto in serie,originale, bensì quello buttato via, ripescato tra gli ammassi di scarto, nelle discariche,in un universo quasi “trash” e che da vita a pezzi unici e irripetibili.

Il rimando più vicino nel tempo si può trovare nella “Junk Art” degli anni Cinquanta, “l’arte della spazzatura”,teorizzata da Lawrence Allo way, e al suo maggiore rappresentante Edward Kienholz. Ma in quel caso l’assemblaggio di oggetti raccattati e riciclati crea un universo più vicino a un film dell’orrore, quasi splatter. 
Il mondo di Angelo Maisto ha invece note fiabesche, sottolineate anche dai nomi che l’artista sceglie per ognuno dei suoi personaggi, che riporta in una dimensione ludica, alleggerisce l’assemblaggio creato. Ci sono continui rimandi semantici agli oggetti con cui ognuno di loro è stato creato, uno fra tutti il “Pipacottero” che negli anni diviene poi il simbolo della sua arte, quasi una sorta di biglietto da visita.Voglio terminare quest’ articolo con le parole del artista :Mi ha sempre affascinato l’idea di dare voce alle cose mute. I modesti oggetti che avevamo in casa mi restituivano una sensazione misteriosa, come se dietro la loro facciata in apparenza banale, custodissero un segreto. La mia ricerca parte da questa antica fascinazione. Con il tempo ho capito che le cose materiali trasmettono simboli immateriali cioè valori personali e al contempo sociali. Gli oggetti che costituiscono le mie ultime opere, dei galleggianti per la pesca ed il classico cornetto partenopeo, sono per me oggetti totem legati alla mia infanzia ma anche alla mia ‘napolitanità’.


Ricordo me, bambino, andare a pesca con mio padre e l’amico Tiberio, la mia eccitazione nell’aprire segretamente la valigetta che conteneva i consueti oggetti da pesca che mi apparivano giocattoli colorati e preziosi; il cornetto, nella mia casa era un oggetto larico e per me tanto misterioso. Dalla mia napoletanità ho imparato che questi oggetti hanno anche un valore storico e sociale, in quanto il galleggiante è un oggetto essenziale per una città che si affaccia sul mare, ed il cornetto è per un napoletano l’oggetto magico per eccellenza.Per quanto concerne l’impostazione estetica delle opere , ho tratto spunto dai bestiari di Boschiana memoria , nondimeno dalla mia grande passione per l’Ornitologia e l’Etologia.
Vorrei concludere con una citazione tratta da La vita delle cose di Remo Bodei, che bene racchiude il fine al quale mira la mia ricerca : “Salvare gli oggetti dalla loro insignificanza o dal loro uso puramente strumentale vuol dire comprendere meglio noi stessi e le vicende in cui siamo inseriti, giacché le cose stabiliscono sinapsi di senso tra i vari segmenti delle storie individuali e collettive , sia tra le civiltà umane e la natura.

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